giovedì 28 febbraio 2008

Giulietto Chiesa: il "famoso complottista"

La Perla è vecchiotta, ma nello stesso tempo attuale, visto che Giulietto Chiesa (nella fotografia a fianco) è impegnato in questi mesi a diffondere a piene mani il suo film "Zero", l'ennesimo film-bufala che ripropone le solite baggianate sul fantomatico complotto americano in cui componenti governative avrebbero operato per infliggersi gli attentati dell'11 settembre 2001.

Abbiamo già visto in un'altra Perla che il film è considerato uno "strumento politico" dai suoi stessi autori, e abbiamo già visto come l'associazione Megachip, di cui Chiesa è presidente, sia attivamente impegnata in una campagna di (dis)informazione a spese degli studenti di numerose scuole pubbliche.

Un lettore ci ha segnalato questa interessante intervista di Paolo Izzo (Nuova Agenzia Radicale) a Luca Bonaccorsi, editore della rivista Left - Avvenimenti, che nei primi del 2006 licenziò il neo-direttore Giulietto Chiesa dopo un brevissimo periodo di direzione.

Leggiamone insieme alcuni passaggi, e vediamo perché essa costituisce un'interessante chiave di lettura di ciò che Chiesa sta combinando oggi. I grassetti sono nostri:

Izzo: Allora Bonaccorsi, comincerei da Giulietto Chiesa che, nel commentare l’infelice esito della sua direzione di Left, conclusasi con il licenziamento dopo sole due settimane, ha detto di essere all’oscuro del fatto che aveste affidato a Massimo Fagioli una rubrica settimanale. Non solo: Chiesa prima ha dichiarato che Fagioli per lui era uno “sconosciuto signore”, ma poi l’ha indicato come il deus ex machina di un intreccio tra Left, Liberazione, Rifondazione comunista… Cosa c’è di vero nelle invettive di Chiesa?

Bonaccorsi: Quasi nulla. Chiesa è un famoso “complottista”.
Noi ci siamo dovuti “difendere” dai suoi scoop! Pensi che per il primo numero voleva dedicare la copertina ad uno scoop incredibile: lui aveva scoperto che le Twin Towers le avevano tirate giù gli stessi americani! Il solito complotto Cheney-CIA-militari…
Dopo tante riunioni siamo riusciti a riformulare la cosa come “analisi dei punti oscuri e delle domande non risposte sull’11 settembre”.
Perché sia chiaro, le domande e i dubbi sono ancora molti: basta andare in rete per trovare centinaia di siti che raccolgono dubbi, sospetti e teorie sulla vera versione dei fatti. Ma lo scoop!

Poi l’altra settimana dopo la conferenza stampa di presentazione (alla quale non ha partecipato quasi nessuno dei suoi amici che ora ci attaccano) mi ha preso da una parte e mi ha detto che aveva un altro scoop incredibile per il prossimo numero.
Argomento voto elettronico: la stessa società contestata in America per presunti brogli alle ultime presidenziali è stata ingaggiata dal ministro Stanca (cioè da Berlusconi) per gestire le Elezioni italiane. Gettando così una pesante ombra sulla regolarità delle prossime politiche.
Noi siamo corsi a verificare la storia e abbiamo scoperto che in Italia il voto è manuale e cartaceo, lo scrutinio pure, e solo dopo la trascrizione dei dati sul registro del seggio i dati vengono comunicati all’operatore informatico che li trasferisce al Viminale. Il cartaceo comunque c’è e rimane per qualsiasi verifica.
Questa è stata la nostra breve esperienza con Chiesa. Un signore che oramai fa più il politico che il giornalista. Mentre a noi serve un giornalista.

Tra l’altro da quando è arrivato lui ad Avvenimenti (luglio 2005) le vendite sono solo peggiorate.


...

Izzo: E riguardo al presunto asse Left-Rifondazione-Liberazione?

Bonaccorsi: L’ennesimo complotto della fervida immaginazione di Chiesa.

Insomma, un giudizio senza appello quello di Bonaccorsi.

Un Chiesa che vede complotti ovunque, che spaccia per "scoop" vecchie storielle fritte e rifritte, che fa politica e non giornalismo.

Per inciso, Left è una pubblicazione dichiaratamente di sinistra, e Chiesa è un europarlamentare di sinistra: in gioventù fu un dirigente della federazione giovanile comunista italiana e del partito comunista italiano, nel 2004 è stato eletto deputato nel Parlamento Europeo nella lista Occhetto - Di Pietro, per poi passare al Gruppo Socialista (fonte: Wikipedia Italia), per cui non si può certo sostenere che le parole di Bonaccorsi e la decisione della rivista siano state generate da una particolare acredine politica.

Si tratta invece di un giudizio che trova palese conferma nei fatti recenti.
Il film Zero e l'omonimo libro sono impregnati del complottismo più paranoico, gli stessi autori lo definiscono uno "strumento politico", e non c'è alcun dubbio sulla metodologia che guida la diffusione del film, proiettato nei circoli e nei centri sociali, nelle parrocchie, nelle scuole pubbliche.

Una vera campagna disinformativa con il fine - squisitamente politico - di alimentare sentimenti anti-americani e di assolvere virtualmente i terroristi islamici, veri responsabili delle stragi.

Si ringrazia RedMax per la segnalazione.